Dall’atletica alla voga, padrone d’ogni attimo “Giro in bici e penso che ho quasi un secolo”
L’emiliano Pirazzoli, ex ferroviere che vive al Lido di Venezia, è il decano dei Cronometristi
Adone, l’uomo che ferma il tempo
Novantotto anni, nessun segreto: “Lo sport nel cuore e un po’ di salute”
Nei giorni in cui l’Asd Cronometristi della Provincia di Venezia festeggia i 70 anni di storia, Pirazzoli sa di averli vissuti tutti, o quasi, essendo entrato nel gruppo nel corso del primo anno di attività, nel 1941.
«Mi ci portò Toni Scalabrin, un collega ferroviere che era nel mondo sportivo veneziano da tempo – ricorda il decano del cronometro veneziano – le prime gare che seguii furono quelle del nuoto. Si lavorava nella piscina dei ferrovieri e c’erano molti nuotatori di livello. Disciplina che poi mi fece anche andare a Roma alle Olimpiadi del 1960 con tutte le emozioni che ne possono conseguire».
Pirazzoli ha proseguito la carriera di cronometrista fino al 1981, anno in cui si è ritirato per raggiunti limiti di età. Ma di gare, alle spalle, ne ha a centinaia. «Mi sono cimentato un po’ in tutti gli sport – racconta – dall’atletica leggera e alla voga alla veneta, vedendo passare tutti i più grandi campioni del remo veneziano. E poi anche tante gare di rally automobilistici, anche in notturna. Spesso si
andava nella zona di Treviso e Udine perché lì non c’erano gruppi di cronometristi, ma poi le gare erano ovunque in Italia. Purtroppo non ho mai avuto l’occasione di andare all’estero, pazienza».
Per lui la vita del cronometrista rimane quella con carta e penna in mano, e con il filo di lana che fermava il cronometro quando veniva tagliato sul traguardo. «Altri tempi, un altro mondo – sospira – ora è cambiato tutto. Dominano i computer e la tecnologia, ma una volta il cronometrista era il vero protagonista di una cospicua parte delle gare. C’era più responsabilità».
Dalla sua casa di via Dardanelli al Lido di Venezia, Adone Pirazzoli ricorda il passato e guarda serenamente al futuro. «Esco ogni mattina, mi faccio una passeggiata in bicicletta o a piedi per fare le spese, e vivo da solo. Il segreto? Non credo che ce ne sia uno per arrivare a questa età, se non l’avere la fortuna di godere di una buona salute». Lo sport, però, è sempre dentro il suo cuore. «Amo soprattutto i motori, ho seguito la Ferrari nello scorso week end e guardo anche tutte le gare di Valentino Rossi con le moto. Ogni giorni leggo i giornali e tutti gli articoli sportivi, e poi faccio altrettanto con i programmi dedicati in televisione. Mi sento sempre dentro l’ambiente. Un’attività che mi ha dato molto».
E dopo averlo dominato con il cronometro, il tempo ora è un concetto relativo. «Ho fatto tante cose, ma adesso vivo un giorno alla volta. Non penso che tra qualche mese compirò 99 anni, e neppure che ho già vissuto quasi un secolo».
Adone Pirazzoli nasce a Castel del Rio, piccolo centro vicino a Imola (Bologna) nel 1911. Dopo gli studi si arruola nell’Esercito e per poco non viene mandato a combattere nelle campagne d’Africa. Non passa molto e in battaglia ci finisce per davvero in Spagna dove, dopo sei mesi, viene ferito e rimpatriato. A quel punto viene riconosciuta la sua invalidità e lo Stato gli trova una occupazione nelle Ferrovie. Gli viene offerta la destinazione di Venezia, accettata con entusiasmo: siamo sul finire degli anni Trenta e Pirazzoli prende servizio alla stazione di Santa Lucia. Nel 1941 conosce il mondo dei cronometristi grazie a Toni Scalabrin, ferroviere pellestrinotto che fu tra i fondatori, l’anno prima, dell’Associazione Cronometristi della Provincia di Venezia. Nel tempo libero Adone Pirazzoli si dedica allo sport sotto questo profilo e lo fa per quarant’anni, fino al compimento del settantesimo anno di età. Dopo di che si ritira con un curriculum invidiabile, la partecipazione ad una Olimpiade e centinaia di gare cronometrate nelle varie discipline.
Simone Bianchi
La Nuova, Mercoledì 24 Marzo 2010