Il gruppo di cronometristi della provincia chiamato negli Emirati Arabi per “certificare” le gare. Francesco Drigo: “Mondo affascinante, qui si lavora tantissimo ma è una bella esperienza”
I cammelli sono animali pigrissimi, ma quando corrono sfrecciano a 38 chilometri all’ora. I falchi invece possono arrivare a 140 ed è quasi impossibile misurarne la velocità. Gli unici che riescono a farlo al meglio sono proprio i cronometristi veneziani (Francesco Drigo, Marco Verlini, Marcello dal Fabbro, Riccardo Vettorello, Gianluca De Rossi), chiamati negli Emirati Arabi in questo periodo per le celebri gare di cammelli e falchi nel deserto. Non solo.
La storica associazione nata nel 1940, presieduta dal veneziano Pino Berton, è ormai così famosa per precisione e tecnologia da essere da qualche anno in prima linea per misurare le gare di velocità di falchi, cammelli, tiro a segno e apnea in Medio Oriente. Da novembre un bel gruppo di cronometristi veneziani va e viene dagli Emirati Arabi per stabilire i vincitori delle curiose manifestazioni che tengono incollate alla televisione milioni di persone. «Il team parte per conto della società Microgate ed è formato da una trentina di persone che forniscono un servizio che consiste nella misurazione del tempo, nella gestione dati e nella grafica televisiva» racconta il trentenne De Rossi di Marcon, migliore cronometrista del 2019 per aver ideato un sistema di misurazione innovativo a batteria da usare per le gare piscina. «Nei Paesi Arabi queste gare sono organizzate per non perdere le tradizioni e sono partecipatissime e seguitissime. Ci sono sia allevatori che appassionati, ma anche una sezione riservata agli sceicchi. I premi in palio sono molto alti e generalmente sono e auto Suv».
De Rossi partirà a breve, mentre adesso a Raid, in Arabia Saudita, c’è Drigo, 37 anni di San Stino di Livenza, laureato in lingue e da dieci cronometrista. In questi giorni è indaffaratissimo. Si alza alle 5 del mattino per partire in auto con la squadra di cronometristi verso l’interno del Paese, dove c’è un deserto senza dune o rocce, ma sterpaglia. Qui viene realizzato una specie di ippodromo grande al massimo 12 chilometri a forma di goccia affinché i cammelli corrano quasi sempre in un rettilineo. «La gara è una vera esperienza» racconta Drigo. «I cammelli hanno un piccolo fantino elettrico coperto da un telo che viene manovrato dal padrone che segue la competizione a bordo di un pick-up e incita il proprio animale, urlando a più non posso».
Le gare sono formate da una ventina di cammelli, iniziano alle 9 e si procede poi a scaglioni fino alle 18. Il periodo migliore è questo perché è inverno e il sole è sopportabile. «Ci vuole una grande sintonia tra padrone e cammello» spiega Drigo. «Quando si toglie un cordoncino gli animali partono, incitati dal proprietario». Ovviamente il padrone segue in maniera concitata dall’auto, cercando di alzare la voce più forte del vicino che, a sua volta, grida al suo cammello. Anche le gare dei falchi non sono da meno. «Il falco è considerato un animale domestico» spiega Drigo. «Anche in questo caso è una sfida perché in molti casi il falco decide di non partire. La pista è di 400 metri e, all’estremità, un uomo sbandiera un fantoccio come se fosse una preda». E qui si vede la bravura del cronometrista che non è soltanto una persona capace di usare ottimi strumenti tecnologici, ma uno che con l’occhio fotografa il contesto, in una sfida continua per immortalare il tempo.
Vera Mantengoli© RIPRODUZIONE RISERVATA
fonte: la Nuova di Venezia e Mestre del 11.12.2019